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Focone della Venuta

FOCONE DELLA VENUTA

 

Questa tradizione è molto sentita a Monteleone di Spoleto e viene ripetuta ogni anno. Il rito coinvolge tutto il Paese che, intorno al fuoco benedetto dal Parroco, si attarda in allegria tra i suoni della Banda ed i canti della Corale. Si consumano insieme cibi tradizionali e bevande, quasi a stringere ed a rinnovare una fratellanza ed una comunione di intenti ed obiettivi che tutti insieme si vogliono raggiungere

"Numerose sono le tradizioni legate al mondo agricolo pastorale e ai riti ancestrali che si sono conservati fino ai giorni nostri. Spesso la religione le ha codificate negli ambiti devozionali che scandiscono i ritmi e le stagioni. La sera del nove Dicembre in molti paesi della Valnerina si accendono grandi fuochi a salutare il passaggio della Madonna di Loreto. Il fuoco, simbolo cristiano della luce che sconfigge le tenebre e richiama quello più antico della prossima primavera vittoriosa sull'inverno." (dal libro: "Poggiodomo e il suo territorio" di Egildo Spada).

"Il Focone della venuta" vuole ricordare la traslazione della Casa della Madonna da Nazaret a Loreto ad opera degli angeli. La realizzazione di questi enormi fuochi, accesi per "fare luce agli Angeli", coincide con il 9 dicembre, giorno antecedente alla Festa della Vergine di Loreto.

Per la tradizione cristiana, infatti, dal 1294 è custodita e venerata in Loreto la Casa della Santa Famiglia. Si tratta dei basamenti di sole tre pareti (la quarta parete non c'è in quanto la casa era incassata nella roccia) che combaciano con ciò che resta laggiù della casa della Vergine, simili anche tra loro per struttura e forma. Recenti studi scientifici hanno infatti confermato che la disposizione delle pietre, le modalità di costruzione, il tipo stesso di pietra non trovano riscontro in altre costruzioni della zona, dovendo, pertanto credere che si tratti di un qualcosa proveniente da altro posto.

La tradizione la vuole portata dagli angeli, che in precedenza l'avevano posta in Dalmazia, oppure trasportata via mare da un certo Angeli, al fine di sottrarre queste pietre sacre alla distruzione o alla profanazione da parte degli Arabi infedeli, così come accadde per tante altre reliquie cristiane che dall'Oriente furono traslate in Occidente (in effetti, il tardo '200 risente ancora del fervore religioso delle crociate che avevano avuto come primo obiettivo la liberazione della Terra Santa e la salvaguardia dei luoghi sacri della cristianità). La posa di queste pietre (peraltro sistemate in una zona che al tempo si presentava completamente disabitata) fu accolta subito come un evento prodigioso e trasformò il luogo in meta di pellegrinaggi sempre più frequenti. Alle costruzioni che via via nel corso dei secoli furono edificate lavorarono i più insigni esponenti dell'arte italiana, contribuendo a rendere Loreto uno dei luoghi più famosi e visitati da credenti e non.

Il legame di Monteleone, di Ruscio e del Trivio con la festa della Venuta è sicuramente molto antico ed un culto della Vergine di Loreto deve essere sempre esistito anche nei secoli passati.

Ulteriore conferma di questa tesi è proprio l'affresco che si trova nella navata destra della Chiesa di San Francesco a Monteleone dove vediamo la Vergine raffigurata con il Bambino sulla sommità di una piccola chiesa, sostenuta con le proprie ali da un angelo paffuto. La dicitura sottostante dice "SANTA M. DE LORETE F.F. SER ANGELO DE CIASCHO".

Il fuoco si inserisce in questa tradizione cristiana sicuramente come un significato di festa, di luce: è forse ingenuo dire che il Focone viene acceso "per fare la strada agli angeli", ma in effetti fin dalle espressioni religiose più arcaiche il fuoco ha sempre avuto un significato di forza, di vita, di gioia.

Intorno al fuoco il popolo si radunava per festeggiare, per commemorare e sia nelle tradizioni pagane che in quelle cristiane il mistero di questo elemento naturale tornava ricorrente in tutti i momenti più importanti della vita collettiva.

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